Sottoscritto, il 14 luglio us, il Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato (Ministero del lavoro, comunicato 14 luglio 2021).
Il protocollo è finalizzato a favorire l’attivazione di più efficaci sinergie interistituzionali dalle quali possa derivare, anche in sede locale e, in particolare, nelle aree qualificate a più elevato rischio di sfruttamento lavorativo, un dinamico avanzamento dell’attuazione delle misure previste dal Piano triennale e di quelle comunque individuate sul territorio coerenti con gli obiettivi del Piano medesimo, nonché a promuovere la realizzazione e la diffusione di progetti provenienti da associazioni di categoria operanti nel settore dell’agricoltura, ritenute di particolare rilevanza.
In particolare, il Ministero dell’interno si impegna a:
– promuovere l’attivazione, nell’ambito dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione presso le Prefetture, di un tavolo permanente che costituisca il punto di raccordo per il monitoraggio del fenomeno e l’analisi di dati e bisogni rilevabili in sede locale, utile per la definizione di indirizzi e linee di intervento da attivare in coerenza con il Piano triennale, nonché il punto di riferimento per la programmazione degli interventi su base provinciale da ricomporre a livello regionale e centrale, attraverso una attenta verifica delle risorse disponibili e del loro efficace utilizzo;
– sensibilizzare i Prefetti affinché assicurino la partecipazione attiva di un rappresentante della Prefettura-UTG alle iniziative delle sezioni territoriali della Rete del Lavoro agricolo di qualità, con particolare riguardo alle aree qualificate a più elevato rischio di sfruttamento lavorativo;
– sostenere, con risorse del PON Legalità 2014 – 2020 o del Programma complementare dello stesso POC Legalità, le seguenti misure a favore dei lavoratori stagionali agricoli extracomunitari a rischio di sfruttamento lavorativo o di coinvolgimento nel fenomeno del caporalato nelle aree delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, presso le quali l’attività di mappatura svolta nell’ambito del presente Protocollo o di ulteriori strumenti attuativi del Piano triennale evidenzi la sussistenza di un particolare fabbisogno: interventi di recupero del patrimonio immobiliare pubblico, anche confiscato, da destinare a sistemazioni alloggiative o all’erogazione di servizi di supporto all’integrazione; erogazione di servizi, quali, a mero titolo esemplificativo e non esaustivo, formazione professionale, orientamento al lavoro e accompagnamento all’autoimprenditorialità, supporto informativo, psicologico, medico e legale;
– finanziare il completamento degli interventi strutturali volti ad assicurare idonee condizioni logistiche e il superamento di criticità igienico sanitarie degli insediamenti spontanei di lavoratori stranieri impiegati in agricoltura, vittime o possibili vittime di sfruttamento lavorativo;
– sostenere, con risorse del FAMI, l’erogazione di servizi ad hoc, nell’ambito delle azioni ammissibili previste dalla base giuridica del Fondo europeo;
– individuare percorsi che consentano, a normativa vigente, di supportare le categorie più deboli nell’ambito del fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si impegna a:
– supportare le amministrazioni comunali nell’attuazione a livello locale, per le misure di propria competenza, del Piano triennale, contribuendo al radicamento e alla governance territoriale del Piano stesso, anche attraverso una mappatura puntuale del territorio nazionale per l’individuazione delle aree esposte a maggiore rischio – verso le quali indirizzare prioritariamente le azioni in materia di soluzioni alloggiative dignitose – condotta insieme ad ANCI e con il sostegno del Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie;
– sostenere, con risorse del FAMI, del Fondo Sociale Europeo, del Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie e di altri Fondi di provenienza comunitaria che dovessero rendersi disponibili, interventi sull’intero territorio nazionale volti, indicativamente, a: migliorare l’efficacia, l’equità, la trasparenza e la qualità del lavoro attraverso il rafforzamento dell’occupazione e il mantenimento delle condizioni di regolarità lavorativa delle categorie maggiormente vulnerabili, in particolare cittadini di Paesi terzi e vittime di sfruttamento; disegnare e avviare un meccanismo nazionale di referral che assicuri identificazione, adeguata e rafforzata protezione, assistenza e reinserimento socio-lavorativo delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura, attraverso l’adozione di linee-guida che indirizzino e uniformino l’azione dei soggetti territorialmente competenti sul tema; attuare programmi e percorsi personalizzati per favorire l’accesso delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura alle misure di politica attiva del lavoro; rafforzare e qualificare le attività di vigilanza attraverso l’impiego di task force multi-agenzia che prevedano anche la presenza della figura del mediatore culturale, in collaborazione con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro; promuovere, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, l’agricoltura etica e di qualità, l’inclusione sociale nelle aree rurali, la sensibilizzazione in materia di sfruttamento lavorativo e la promozione del lavoro dignitoso in agricoltura, anche attraverso campagne di comunicazione istituzionale e sociale congiunte.
In particolare, il Ministero dell’interno si impegna a:
– promuovere l’attivazione, nell’ambito dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione presso le Prefetture, di un tavolo permanente che costituisca il punto di raccordo per il monitoraggio del fenomeno e l’analisi di dati e bisogni rilevabili in sede locale, utile per la definizione di indirizzi e linee di intervento da attivare in coerenza con il Piano triennale, nonché il punto di riferimento per la programmazione degli interventi su base provinciale da ricomporre a livello regionale e centrale, attraverso una attenta verifica delle risorse disponibili e del loro efficace utilizzo;
– sensibilizzare i Prefetti affinché assicurino la partecipazione attiva di un rappresentante della Prefettura-UTG alle iniziative delle sezioni territoriali della Rete del Lavoro agricolo di qualità, con particolare riguardo alle aree qualificate a più elevato rischio di sfruttamento lavorativo;
– sostenere, con risorse del PON Legalità 2014 – 2020 o del Programma complementare dello stesso POC Legalità, le seguenti misure a favore dei lavoratori stagionali agricoli extracomunitari a rischio di sfruttamento lavorativo o di coinvolgimento nel fenomeno del caporalato nelle aree delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, presso le quali l’attività di mappatura svolta nell’ambito del presente Protocollo o di ulteriori strumenti attuativi del Piano triennale evidenzi la sussistenza di un particolare fabbisogno: interventi di recupero del patrimonio immobiliare pubblico, anche confiscato, da destinare a sistemazioni alloggiative o all’erogazione di servizi di supporto all’integrazione; erogazione di servizi, quali, a mero titolo esemplificativo e non esaustivo, formazione professionale, orientamento al lavoro e accompagnamento all’autoimprenditorialità, supporto informativo, psicologico, medico e legale;
– finanziare il completamento degli interventi strutturali volti ad assicurare idonee condizioni logistiche e il superamento di criticità igienico sanitarie degli insediamenti spontanei di lavoratori stranieri impiegati in agricoltura, vittime o possibili vittime di sfruttamento lavorativo;
– sostenere, con risorse del FAMI, l’erogazione di servizi ad hoc, nell’ambito delle azioni ammissibili previste dalla base giuridica del Fondo europeo;
– individuare percorsi che consentano, a normativa vigente, di supportare le categorie più deboli nell’ambito del fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si impegna a:
– supportare le amministrazioni comunali nell’attuazione a livello locale, per le misure di propria competenza, del Piano triennale, contribuendo al radicamento e alla governance territoriale del Piano stesso, anche attraverso una mappatura puntuale del territorio nazionale per l’individuazione delle aree esposte a maggiore rischio – verso le quali indirizzare prioritariamente le azioni in materia di soluzioni alloggiative dignitose – condotta insieme ad ANCI e con il sostegno del Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie;
– sostenere, con risorse del FAMI, del Fondo Sociale Europeo, del Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie e di altri Fondi di provenienza comunitaria che dovessero rendersi disponibili, interventi sull’intero territorio nazionale volti, indicativamente, a: migliorare l’efficacia, l’equità, la trasparenza e la qualità del lavoro attraverso il rafforzamento dell’occupazione e il mantenimento delle condizioni di regolarità lavorativa delle categorie maggiormente vulnerabili, in particolare cittadini di Paesi terzi e vittime di sfruttamento; disegnare e avviare un meccanismo nazionale di referral che assicuri identificazione, adeguata e rafforzata protezione, assistenza e reinserimento socio-lavorativo delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura, attraverso l’adozione di linee-guida che indirizzino e uniformino l’azione dei soggetti territorialmente competenti sul tema; attuare programmi e percorsi personalizzati per favorire l’accesso delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura alle misure di politica attiva del lavoro; rafforzare e qualificare le attività di vigilanza attraverso l’impiego di task force multi-agenzia che prevedano anche la presenza della figura del mediatore culturale, in collaborazione con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro; promuovere, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, l’agricoltura etica e di qualità, l’inclusione sociale nelle aree rurali, la sensibilizzazione in materia di sfruttamento lavorativo e la promozione del lavoro dignitoso in agricoltura, anche attraverso campagne di comunicazione istituzionale e sociale congiunte.
Infine, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, si impegna a promuovere iniziative normative volte a dare attuazione alla direttiva (UE) 2019/633, in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, secondo i principi e i criteri direttivi stabiliti dall’articolo 7 della legge 22 aprile 2021, n. 53, recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2019-2020”; a realizzare e aggiornare periodicamente, anche attraverso il finanziamento di appositi progetti, il calendario delle colture e la mappatura dei fabbisogni di manodopera agricola a livello nazionale; a potenziare la misura dei contratti di filiera, anche mediante il ricorso alle risorse rese disponibili dalla programmazione complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; a promuovere l’adesione alla Rete del lavoro agricolo di qualità, valutando l’introduzione di meccanismi premianti in favore delle aziende aderenti alla rete che intendano accedere a contributi e misure resi disponibili a livello nazionale e regionale nell’ambito del settore agricolo; a promuovere, in collaborazione con il Ministero del lavoro l’agricoltura etica e di qualità, l’inclusione sociale nelle aree rurali, la sensibilizzazione in materia di sfruttamento lavorativo e la promozione del lavoro dignitoso in agricoltura, anche attraverso campagne di comunicazione istituzionale e sociale congiunte.