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Decontribuzione Sud, dalla Ue sconti prorogati al 31 dicembre ma con limitazioni!

Dopo intense trattative è arrivato il via libera alla proroga fino al 31 dicembre della decontribuzione Sud, lo sgravio sul lavoro che sta funzionando di più. L’annuncio è arrivato dal ministro per gli Affari Ue, il Sud, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, al termine dell’incontro con la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, ieri a Bruxelles, ed è stato subito rilanciato dalla titolare del Lavoro, Marina Calderone.

La proroga di ulteriori sei mesi prevede però una limitazione solo a giorni confermata: l’esonero del 30% è prorogato al 31 dicembre 2024 per le sole assunzioni fatte entro il 30 giugno (non opera più quindi per le assunzioni successive a quella data). La concreta operatività della misura agevolativa, originariamente programmata (sia pure con intensità decrescente) fino al 2029 con legge di Bilancio 2021, è tuttavia subordinata all’autorizzazione della Commissione europea e consiste in un esonero contributivo per le aziende operanti al Sud, cioè datori di lavoro privati con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, in relazione ai rapporti di lavoro dipendente. Sono escluse le imprese dei settori finanziario e agricolo e i datori di lavoro domestico.

L’agevolazione è riconosciuta sulla base di percentuali decrescenti a seconda delle annualità delle contribuzioni (sono esclusi dal calcolo della contribuzione i premi e contributi dovuti all’Inail). Sino al 31 dicembre 2025 l’esonero è del 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro; per gli anni 2026 e 2027 l’esonero scende al 20%; per gli anni 2028 e 2029 si passa al 10% (questo incentivo non prevede un massimale nell’importo per singolo lavoratore/lavoratrice). I datori di lavoro accedono all’agevolazione mediante le denunce retributive e contributive mensili relative ai dipendenti (flusso Uniemens), secondo le istruzioni fornite nel tempo dall’Inps.

L’Italia ha chiesto due modifiche al regime esistente: un aumento di bilancio di 2,9 miliardi di euro, che porta il bilancio complessivo da 11,4 miliardi a 14,3 miliardi di euro; e una proroga del periodo in cui si applica la riduzione dei contributi previdenziali fino al 31 dicembre 2024. Gli aiuti, ha spiegato una nota Ue, saranno quindi basati su un bilancio di previsione; e concessi fino al 30 giugno 2024.

«Questa decisione è il riconoscimento del fatto che la decontribuzione è oggi necessaria per le nostre aziende del Mezzogiorno, per continuare nel percorso intrapreso di riduzione dei divari territoriali e promozione delle imprese, del lavoro e del sistema produttivo nel suo complesso – ha sottolineato il ministro Calderone -. Questi ulteriori sei mesi sono fondamentali per consentirci di mettere a punto una revisione organica della decontribuzione Sud, sempre più orientata agli investimenti».

Del resto la decontribuzione Sud, fin dal suo avvio, ha segnato numeri record. Come riconosciuto anche dall’Upb, rielaborando dati Inps. La decontribuzione Sud nel 2023 ha incentivato infatti ben 1.453.444 rapporti di lavoro, tra attivazioni e trasformazioni contrattuali. Nel 2022 i rapporti incentivati sono stati 1.377.453, nel 2021 ci si è attestati a 1.224.044.

La proroga della decontribuzione Sud fino al 31 dicembre ha subito raccolto un coro di Sì, in primis delle aziende. «Siamo felicissimi che la decontribuzione sul lavoro nel Mezzogiorno sia stata prorogata – ha evidenziato il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana -. La decontribuzione del 30% sul lavoro premia chi continua a creare lavoro e a produrre nel Mezzogiorno nonostante gli enormi svantaggi del contesto meridionale, ai quali ora si aggiunge anche una gravissima crisi demografica». «Avevamo più volte sottolineato che il governo, in particolare attraverso l’operato del ministro Raffaele Fitto, era seriamente e fortemente impegnato sulla questione decontribuzione Sud – ha aggiunto il presidente dell’Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci -. Bene quindi ora la proroga della misura». Plauso all’operato del governo anche da parte di Confcommercio e Confesercenti: l’esonero, hanno detto in coro, è «di particolare importanza per il sostegno dell’occupazione nel Mezzogiorno». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindacato: «La proroga di è molto positiva – ha chiosato il leader della Cisl Luigi Sbarra -. Si tratta adesso di utilizzare i sei mesi di proroga per renderla strutturale».

Fonte Norme & Tributi Plus – Il Sole 24ore