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Dalla stretta sugli appalti nuovi oneri per i committenti

La stretta sulla disciplina delle esternalizzazioni produttive e degli appalti disposta dal Dl 19/2024, convertito dalla legge 56/2024 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 100 del 30 aprile, supplemento ordinario n. 19), investe il committente dell’appalto della responsabilità di effettuare una serie di verifiche preventive e in corso di contratto.

Il provvedimento, recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr, è arrivato quando, ormai da tempo, si moltiplicano le inchieste sul fenomeno degli pseudo-appalti e della somministrazione illecita di manodopera, con i correlati provvedimenti di amministrazione giudiziaria e sequestri preventivi per frode fiscale, anche nei confronti di primari operatori del mondo della logistica, della grande distribuzione e del lusso.

Peraltro, i giudici del lavoro – sempre più frequentemente chiamati a vagliare la congruità dei trattamenti economici dei lavoratori impiegati negli appalti – giungono alla disapplicazione dei Ccnl ritenuti non conformi rispetto agli standard di sufficienza e adeguatezza della retribuzione ex articolo 36 della Costituzione.

Le problematiche riguardanti le tutele economiche e normative dei lavoratori coinvolti nella filiera delle esternalizzazioni non sono le uniche. C’è anche la necessità di vigilare sulle condizioni della sicurezza, per evitare incidenti sul lavoro nel contesto degli appalti.

Il comune denominatore di tutti gli interventi – a livello ispettivo e giudiziale, prima, e normativo, poi – è lo stesso: l’obiettivo di evitare appalti non genuini e dumping sul piano salariale e dei diritti a scapito delle tutele e della sicurezza dei lavoratori impiegati negli appalti.

La legge 56/2024 può forse considerarsi l’evoluzione dei suddetti interventi, apprestando una serie di previsioni e misure regolatorie e sanzionatorie volte alla prevenzione e al contrasto del lavoro irregolare e al rafforzamento dell’attività di accertamento e di contrasto delle violazioni in ambito contributivo.

Il committente è il soggetto sul quale si riverberano gli inasprimenti, non solo in termini economici, con l’ampliamento della responsabilità solidale, ma anche per i profili penali.

Nel nuovo contesto normativo, il primo indispensabile elemento di tutela per le imprese committenti consiste nell’acquisizione di una specifica conoscenza della nuova normativa in tema di appalti, con particolare riguardo alle condizioni di genuinità dell’appalto, alle condizioni di lavoro – economiche e normative – e alle misure di sicurezza sul lavoro applicate dall’appaltatore.

Il committente è pienamente responsabile rispetto alla selezione e individuazione di un appaltatore affidabile. La nuova normativa mette a disposizione del committente nuovi strumenti per verificare l’affidabilità dell’appaltatore. Oltre alle certificazioni già previste in tema di appalti – tra cui Durc e Durf sulla regolarità contributiva e fiscale, e l’applicativo di monitoraggio Mo.Coa, introdotto nel 2022 dall’Inps – la legge 56/2024 prevede l’istituzione di una «Lista di conformità Inl» nella quale l’Ispettorato iscrive gli appaltatori che, in seguito ad accertamenti ispettivi sull’appalto, superino i controlli senza l’elevazione di contestazioni o sanzioni.

Primaria importanza assumono poi le verifiche in tema di sicurezza sul lavoro: attraverso la riscrittura dell’articolo 27 del Dlgs 81/2008, è stato introdotto il meccanismo della «Patente a punti», che sarà applicata dal 1° ottobre 2024, con l’obiettivo di implementare un moderno sistema di classificazione di imprese volto a garantire l’operatività in sicurezza.

I requisiti di legittimità dell’appalto e le condizioni di lavoro devono essere curati e monitorati dal committente non solo nella fase preliminare di selezione dell’appaltatore e nella fase di negoziazione contrattuale: la periodicità delle verifiche e dei controlli per tutta la durata del contratto è fondamentale per garantire adeguate soglie di tutela alle imprese committenti.