È in arrivo la terza edizione del Fondo nuove competenze (Fnc), con una dote di 800 milioni, a sostegno delle imprese che devono adeguarsi a nuovi modelli organizzativi e produttivi, in risposta alle transizioni ecologiche e digitali, attraverso la formazione di nuove competenze per i propri lavoratori.
L’annuncio è stato fatto dal ministero del Lavoro che, in risposta ad un’interrogazione di Tiziana Nisini (Lega) in Aula alla Camera sui tempi del nuovo bando, il 10 aprile ha spiegato che a breve sarà attivato un «tavolo di governance con le associazioni datoriali e i sindacati, per valutare gli esiti delle due precedenti edizioni, e far fronte alle necessità delle imprese». Il ministero del Lavoro si è impegnato ad «avviare nel più breve tempo possibile i passaggi per rendere operativa la terza edizione del Fondo nuove competenze».
Con questo strumento, nato nel 2020 per contrastare le restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19, vengono riconosciuti contributi finanziari ai datori di lavoro privati che abbiano stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro destinati a percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori. Il Fondo rimborsa il costo delle ore di lavoro destinate a frequentare corsi di formazione, fornendo ai lavoratori l’opportunità di acquisire nuove o maggiori competenze senza penalizzazioni economiche.
Anpal, l’ex Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, ha emanato due avvisi per l’utilizzo delle risorse del Fondo; il primo, in via sperimentale, nel 2020-21 con un finanziamento di 730 milioni, e il secondo nel 2022 rifinanziato con 1 miliardo (a cui sono stati aggiunti 600 milioni di euro con provvedimenti legislativi successivi). Per la terza edizione, un ulteriore finanziamento di 800 milioni è previsto nell’ambito del nuovo Programma nazionale Giovani, donne e lavoro per un investimento complessivo pari a quasi 5,1miliardi di euro, tra Fse+ e cofinanziamento nazionale.
Con una proroga è stata estesa anche al 2023 la possibilità di accedere al Fondo, attraverso specifiche intese di rimodulazione di parte dell’orario di lavoro per permettere al personale la frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze. Il problema è che ci sono ancora molte domande in stand by, ma dal ministero del Lavoro hanno assicurato che «tutte le istanze conformi sono state istruite e definite con il supporto di Sviluppo Italia lavoro, le istanze non ancora definite presentano problemi formali, ma i casi specifici saranno risolti entro aprile». L’ultimo report relativo alla metà del 2022 evidenziava il coinvolgimento di 708mila lavoratori.